Il Pedigree
Il nome di questo certificato, Pedigree, è molto conosciuto ma che cosa sia effettivamente, a cosa serva e perché bisogna chiederlo, è decisamente materia meno nota.
Intanto è l’UNICO documento che può assicurare che un gatto sia di razza. Si può disquisire sul fatto che possano esistere figli di gatti con pedigree, e quindi di razza, che non hanno il pedigree e di conseguenza sarebbero di razza anch’essi. Nei fatti non è così. Se il figlio di due gatti di razza non ha il pedigree un motivo ci sarà, quindi non si può essere sicuri al 100% che sia di razza e non può essere venduto come animale di razza ai sensi della legge italiana.
Il Pedigree (tecnicamente il Certificato Genealogico) è la carta di identità del gatto (idem per il cane) e stabilisce che il gatto è allevato secondo le regole. Intanto che è figlio di due genitori entrambi con pedigree, che sono regolarmente sottoposti a controlli necessari per la razza, che l’allevatore svolga la sua attività nel rispetto delle norme sul benessere animale, che si sottopone a controlli, sappia cose deve fare prima durante e dopo la consegna di un cucciolo.
Poi che la denuncia di nascita sia stata regolarmente registrata e che ne siano conseguiti gli atti necessari per l’iscrizione del cucciolo al cosiddetto “Libro delle Origini”, che è un registro, più modernamente parlando un Data Base, che raccoglie tutti i dati di tutti i gatti con pedigree e dei loro legami di parentela.
Queste le definizioni di base, che ancora non spiegano perché sia fondamentale chiederlo prima di acquistare un gatto di razza.
Allora invertiamo il discorso: chi NON ha il pedigree? E più precisamente, a chi non lo danno? Perché? Se è vero che la proposta tipica è € 1.000 con pedigree, € 500 senza, e se è vero che il costo di un pedigree va dai 10 € a un massimo di 26 €, non vi sembra che qualcosa di molto dubbio non vi sia stato detto?
E inoltre: uno potrebbe vendere i cuccioli a mille euro e per non spenderne 20 € rinuncia a 480 euro di guadagno?
Ma dai!
Contando sul fatto che l’acquirente tipo non è in nessun modo nella condizione di verificare la validità di un pedigree, chiunque può farvi vedere un gatto (questa è la mamma!) e dirvi che ha il pedigree, e può anche farvelo vedere (carta, non filigrana). Ma siete in grado di capire se è autentico? Se è proprio di quel gatto lì? se è “ministeriale”? O se lo sono fatti in casa? Quello che succede più frequentemente è che un allevatore, non importa se semplice privato o amatoriale o professionale, può far fare troppi cuccioli a una gatta (più di 3 gravidanze in 24 mesi è contro le regole) quindi non denuncia la cucciolata per non avere sanzioni. Accettando un cucciolo senza pedigree finanziamo l’attività di uno che sfrutta le gatte facendole partorire troppo spesso, incurante della salute e del benessere di quella mamma.
Oppure capita che qualcuno acquisti un gatto “da compagnia”, dove nel contratto c’è espressamente scritto che quel gatto non si deve riprodurre. Senza preoccuparsi dei motivi di quel divieto, l’improvvisato allevatore fa riprodurre il gatto ma non può chiedere il pedigree perché altrimenti si autodenuncerebbe. A parte che la scorrettezza non è mai un caso isolato, e se uno è scorretto lo è sempre e con tutti, anche con voi. Ma se quel divieto di riproduzione dipendesse da difetti ereditari o genetici? Abbiamo notizie di gattini operati di cataratta a 6 mesi, problema ereditario che si risolve sterilizzando i gatti portatori di quel difetto, per cui anche quelli che nascono sani e non sviluppano la malattia devono essere sterilizzati. Ma a qualcuno la sofferenza di un gattino che a 6 mesi deve subire l’intervento all’occhio non interessa…
I casi più tristi sono quelli di chi si pente di aver comprato un gatto senza pedigree e lo fa accoppiare con un altro gatto “simil” di razza e poi raccontano che sono entrambi con pedigree o che i genitori erano di razza purissima, e siccome nessuno farà mail il test del DNA… eccolo qua il gatto di “razza” senza pedigree.
Tutto quanto sopra descritto sono nient’altro che truffe, che si nutrono di considerazioni superficiali tipo “serve solo se vuoi fare gare” o “serve solo se si deve riprodurre”. La verità è che il pedigree serve a sapere quali sono le necessità del gatto che abbiamo acquistato, perché ogni razza ha le sue esigenze e saremo migliori compagni di vita per i nostri gatti se saremo sicuri di avere informazioni corrette sul loro corredo genetico, non solo per le malattie letali ma per tutto quello che è tipico di quella linea genetica, dalle intolleranze alimentari e allergie, dalle problematiche dell’invecchiamento al carattere.
Del gatto di razza sappiamo tante cose, sui suoi bisogni e sulle sue necessità. Se è di razza i test genetici ci possono guidare a fare prevenzione, diversamente no. Se conosciamo esattamente genitori nonni e fratelli possiamo monitorare malattie genetiche ed ereditarie, essere di supporto alla ricerca e alla scienza. Se “bariamo” sui pedigree facciamo danno a ricerca e scienza… E potrei andare avanti per ore.